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16/07/2024 00:00 - Quotidiano Energia
DL Materie prime critiche, i principali emendamenti

Più spazio a Raee e riciclo, focus anche su concessioni geotermiche. Cosa c’è nelle iniziative di maggioranza

La commissione Attività produttive della Camera è alle prese, questa settimana, con l’esame degli emendamenti presentati al Ddl di conversione del DL Materie prime critiche 84/2024. Diversi quelli presentati dalla maggioranza.

Alcuni propongono una modifica dell’articolo 2 del decreto, riguardante il riconoscimento del carattere strategico di un progetto di estrazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime. La formulazione iniziale del provvedimento indica che la domanda di riconoscimento va presentata alla Commissione Ue. Due correttivi di Lega (2.4) e FI (2.5) si muovono in direzione diversa suggerendo di includere in tale categoria anche un progetto che non abbia il sigillo di Bruxelles. I forzisti (2.01), sostenuti da Azione (2.02) propongono di aggiungere un articolo 2-bis per riconoscere progetti di estrazione in quelli di interesse strategico nazionale. Tali progetti saranno individuati tramite decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy di concerto con il ministero dell’Ambiente e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Un’altra proposta, della Lega (2.18), prevede di far rientrare in tale gruppo anche i progetti di estrazione, trasformazione o riciclaggio del calcare per uso industriale.

Un emendamento FdI (14.02) si muove nello stesso solco proponendo di permettere al Cite di individuare progetti minerari di interesse strategico nazionale cui applicare le semplificazioni in termini procedurali e di rilascio delle autorizzazioni previste dal DL 84/2024 così da consentire l'urgente approvvigionamento delle materie prime necessarie alla filiere produttive del made in Italy non comprese nel regolamento europeo Crma.

Diversi i correttivi riguardanti le procedure autorizzative. Il Carroccio interviene sull’articolo 3, che dispone l’istituzione di un punto unico di contatto presso il Mase per il rilascio dei titoli abilitativi per i progetti per le materie prime critiche. Accogliendo una richiesta avanzata nel corso delle audizioni sul provvedimento da Confindustria Cisambiente il correttivo leghista (3.31) propone di applicare le disposizioni anche agli interventi di “landfill mining”, fornendo inoltre una definizione di tale attività.

Al Mase è previsto anche il punto di contatto responsabile delle autorizzazioni di progetti strategici di riciclaggio delle materie prime critiche strategiche. Punto su cui un correttivo di Forza Italia (4.1) interviene chiedendo che i progetti includano anche i Raee. Allo stesso tempo si chiede una revisione dei decreti Mase n. 5/2010 e 121/2016 per semplificare maggiormente gli operatori e di favorire il corretto trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Al tema sono dedicati anche due emendamenti di maggioranza che chiedono di aggiungere un articolo ad hoc nel DL Materie prime critiche, il 9-bis, dedicato a norme per favorire il recupero di materie prime critiche dai Raee (Lega, 9.01) e al ritiro di apparecchiature elettriche ed elettroniche (FI, 9.02).

L’unità di missione attrazione e sblocco investimenti del Mimit è invece indicata dal DM 84/2024 come il punto di contatto per i progetti strategici di trasformazione delle materie prime critiche. Diversi emendamenti bipartisan presentati da FdI (5.4), Lega (5.1), PD (5.3) e Azione (5.2) propongono di allargare il ventaglio di tali progetti anche alla raffinazione. Sempre presso il Mimit il DM 84/2024 prevede l’istituzione del comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche, con il compito, tra gli altri, di facilitare i promotori dei progetti tutte le diverse fasi della catena del valore, vale a dire l’estrazione, la trasformazione e il riciclo. Di pari passo con gli emendamenti precedenti, diversi correttivi presentati dagli stessi gruppi (Azione, 6.20; FdI, 6.21; PD, 6.22; Lega, 6.23) chiedono di includere tra le diverse fasi anche la raffinazione.

Fronte riciclo, un emendamento FdI (6.17) suggerisce di aggiungere alle mansioni di monitoraggio svolte dal Comitato tecnico la definizione di criteri di tracciabilità dei processi di approvvigionamento a monte e a valle della filiera industriale, con l’obiettivo di censire le fonti dirette e indirette di riciclo e di trasformazione delle materie prime critiche. Inoltre, per la gestione del fine vita e la valorizzazione di specifici materiali, si propone l’introduzione di precisi obblighi di riciclo, insieme alla revisione o all’introduzione di sistemi di raccolta più efficaci per i Raee.

Sempre un emendamento FdI (9.09) indica di aggiungere al decreto un passaggio relativo alle norme in materia di corretta gestione del fine vita dei pannelli FV incentivati. La proposta consiste nella proroga a fine anno dei termini per l’adesione da parte dei soggetti responsabili degli impianti FV incentivati in Conto Energia a un sistema collettivo per i pannelli a fine vita, dando quindi 6 mesi di tempo in più rispetto alla scadenza, già superata, prevista per il 30 giugno. Dal 1° gennaio 2025, in base all’emendamento, le comunicazioni al Gse possono essere inviate nell’ambito di due finestre temporali annuali di durata pari a 60 giorni.

Focus anche sulle concessioni geotermiche per tre emendamenti bipartisan presentati da Lega (7.01), Azione (7.02) e PD (7.03) che chiedono di rivedere il DL Energia n. 181/2023 prevedendo “la coltivazione delle risorse geotermiche per uso geotermoelettrico anche in aree termali, con esclusione di quelle aree sulle quali già insistono concessioni minerarie per acque minerali e termali e delle aree confinanti con le stesse, per le quali si ravvisi il rischio di sensibili alterazioni delle caratteristiche idrogeologiche proprie dei livelli acquiferi interessati dall'estrazione”.

Focus anche sul tavolo permanente, istituito presso il ministero degli Esteri, per il monitoraggio degli scambi di rottami ferrosi e di altre materie prime critiche. Diversi correttivi presentati da Forza Italia (11.5), Lega (14.1), FdI (14.3), Azione (14.2), M5S (14.4) e PD (14.5) chiedono di sostituire i rottami ferrosi con quelli metallici, mentre altri (FdI, 14.10; Lega, 14.9; PD, 14.8) propongono di includere anche i rottami non ferrosi.

Diversi gli emendamenti che puntano a rivedere la governance dei diversi organismi inclusi previsti dal decreto. Tra questi, un correttivo bipartisan (Lega, 6.24; FdI, 6.26; Azione, 6.25; PD 6.27) chiede che alle sedute del comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche partecipino, almeno a cadenza bimestrale, gli esponenti delle imprese più rappresentative. Altri due, presentati da FdI (6.36) e M5S (6.35), suggeriscono di prevedere la partecipazione alle sedute del comitato di 3 rappresentanti della Conferenza unificata, anziché i 2 previsti dal decreto.

Alcune modifiche, infine, guardano all’articolo 8 del provvedimento riguardante le aliquote di produzione in materia di giacimenti minerari. Il testo iniziale prevede che, “fermo restano l’obbligo di versamento dei canoni demaniali alle Regioni per le concessioni minerarie relative a progetti strategici, il titolare della concessione corrisponde annualmente il valore di un'aliquota del prodotto pari ad una percentuale compresa tra il 5% e il 7%”. Percentuale che la Lega vorrebbe abbassare di due punti, portandola quindi a quota 3-5% (8.3), mentre Forza Italia propone di portarla all’1% destinandola al Comune in cui insiste l’impianto, il giacimento o il sito di estrazione (8.7).