06/11/2024 00:00 - Quotidiano Energia
Comunità energetiche, il punto del Mase
La risposta a un’interrogazione alla Camera: 360 richieste per 50 MW, 500 domande di contributo Pnrr per 47 MW. Si valutano interventi per aumentare la fruibilità delle misure. La replica del M5S: “Si rischia di replicare Transizione 5.0”
Il nuovo meccanismo di incentivazione per la creazione di Comunità energetiche rinnovabili “in poco più di sei mesi ha raccolto oltre 360 richieste con impianti in esercizio per 50 MW di potenza incentivabile, ossia dieci volte più di quanto attuato con l'applicazione del meccanismo transitorio in oltre 3 anni, chiusosi con 145 Gruppi e 47 Cer qualificati dal Gse e 4 MW di potenza incentivabile. Ulteriori 47 MW di potenza riguardano altre 500 richieste di contributo Pnrr per impianti a progetto”.
A fare il punto sull’attuazione del DM Mase per l’incentivazione delle Cer, in vigore dal 24 gennaio, è stata ieri 5 novembre la sottosegretaria al Mef, Sandra Savino, rispondendo in commissione Attività Produttive della Camera a un’interrogazione di Enrico Cappelletti del M5S in cui si evidenziano complessità e criticità nelle procedure attivate, paventando il rischio di non riuscire a utilizzare i 2,2 miliardi di euro messi a disposizione dal Pnrr.
Dopo aver riepilogato quanto fatto in questo periodo, il Mase – nella risposta letta da Savino - sostiene invece di non registrare “ad oggi evidenze circa la complessità nell'utilizzo del Portale né tantomeno rallentamenti nel procedimento istruttorio, ma sta comunque valutando la sussistenza di margini di intervento sulla disciplina al fine di incrementare la fruibilità delle misure di supporto”.
Nella replica, Cappelletti si è dichiarato del tutto insoddisfatto della risposta ricevuta, che “si sarebbe dovuta incentrare su ciò che bisogna fare per accelerare la realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili invece di soffermarsi su cosa si è fatto”. Il deputato M5S ha detto infine di temere che sulle Cer “si stia facendo quanto già accaduto per Transizione 5.0, e cioè rendere difficile l'accesso allo strumento da parte dei cittadini, ad esempio complicando e non semplificando le procedure, dirottando quindi le scelte dei cittadini verso altro, anche verso forme di energia non sostenibile, e andando quindi nella direzione opposta a quella che dovrebbe essere intrapresa”.