22/04/2024 - Il Sole 24 Ore
La burocrazia della carriera cancella il merito nella Pa
Valore pubblico, qualità dei servizi, cittadinanza attiva. Un set di principi che disegna un nuovo rapporto con l'amministrazione, oltre gli stereotipi e la pesante eredità dello Stato centralistico. Ma fra gli ostacoli di un percorso che è al centro della strategia del ministro per la Pa Paolo Zangrillo c'è un convitato di pietra: si potrebbe definire «la burocrazia della carriera». Sul punto, Zangrillo non usa perifrasi: «Nel nostro ordinamento tutta la carriera del dipendente pubblico è scandita da concorsi, con il risultato che per migliorare la propria condizione è più importante studiare per gli esami che raggiungere gli obiettivi per i quali si è pagati». Con queste parole, il Ministro risponde alla domanda di fondo, cioè per chi e per cosa lavora il funzionario pubblico. E se il perno delle politiche pubbliche è la cultura del servizio e del risultato, solo la soddisfazione dell'utente può dare la cifra della loro efficacia. Il riferimento fondamentale è all'articolo 97 della Costituzione su «buon andamento e imparzialità». Ma il legislatore ha più volte ribadito il concetto: da ultimo, nel 2021 con l'istituzione del Piano integrato di attività e organizzazione: «Il Piao definisce le modalità di monitoraggio degli esiti, con cadenza periodica, inclusi gli impatti sugli utenti, anche attraverso rilevazioni della soddisfazione dell'utenza». Eppure, nella Pa italiana la soddisfazione dei cittadini-utenti resta un fatto occasionale, legato all'estro innovativo di singole amministrazioni che avviano il circuito virtuoso Csr - Carte dei servizi/Standard di servizio/Rilevazione del feedback dei cittadini - a fini di riorientamento migliorativo delle prestazioni pubbliche. Le nuove tecnologie, da almeno due decenni, si sono dimostrate in grado di invertire la rotta, perché permettono una molto più efficace gestione del servizio e dischiudono la strada, attraverso i social media, alla valutabilità e al dialogo a due vie e in tempo reale con il cittadino. Nella Pa sono in vista oltre 700mila nuovi ingressi in 5 anni, grazie soprattutto al turn over, che nel 2008 venne bloccato da un giorno all'altro con effetti negativi che si sono protratti per oltre un decennio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Sergio Talamo