29/11/2024 - Italia Oggi
Troppi sacrifici nella Manovra
Una Manovra comprensibile, alla luce dei nuovi vincoli di bilancio europei, ma non condivisibile. Si può sintetizzare così il giudizio dell'Anpci sul disegno di legge di bilancio 2025 che ancora una volta rischia di essere penalizzante soprattutto per i comuni con meno di 5.000 abitanti. Se è vero che tagli lineari non ce ne sono, ma solo obblighi di accantonamento per 130 milioni (in totale per tutto il comparto comunale) da utilizzare per spese in conto capitale nel 2026, è anche vero che, nel falcidiare tutti i fondi per gli investimenti locali dall'anno prossimo e fino al 2034 (per complessivi 8,87 miliardi, si veda ItaliaOggi del 2 novembre), il disegno di legge di bilancio penalizzerà nel 2025 soprattutto i piccoli comuni che subiranno una decurtazione delle risorse per le piccole opere pari a 115,5 milioni di euro. Il taglio salirà a 139,5 milioni nel 2026 per poi alleggerirsi nel 2027 (-113,5 milioni) e tornerà a quota 139,5 milioni nel 2028 e fino al 2030. Dal 2031 e fino al 2033 i tagli saranno di 132 milioni di euro all'anno e nel 2034 arriverà la mazzata finale: meno 160 milioni. In totale 1,3 miliardi in meno in 10 anni. L'Anpci ha chiesto al ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti un ripensamento e ha presentato un emendamento alla Manovra per ripristinare i fondi per le piccole opere a favore degli enti sotto i mille abitanti. Un fondo che in questi anni ha consentito ai mini-enti di realizzare tanti progetti piccoli, ma essenziali per la vita delle comunità. "I comuni negli ultimi anni hanno contribuito in modo significativo alle restrizione della finanza pubblica. L'aumento delle spese sociali, quelle per l'assistenza scolastica, i costi derivanti da un'inflazione notevole, gli aumenti dei contratti del personale hanno inciso sui bilanci degli enti locali e soprattutto su quelli dei comuni più piccoli che non hanno sostanzialmente spazi di manovra sul lato delle entrate", ha osservato Franca Biglio nella missiva inviata a via XX Settembre. "L'Anpci comprende la ratio che ha portato agli interventi prospettati nel disegno di legge di bilancio ma non può condividerli. Il quadro della nuova governance economica europea impone scelte drastiche ma i comuni, in particolare i piccoli comuni, non possono continuare a pagare. Quantomeno si dovrebbe tener conto delle loro peculiarità e delle loro esigenze". L'Anpci apprezza il fatto che la Manovra non colpisca i comuni con tagli lineari quali contributi al risanamento della finanza pubblica. Se è vero, infatti, che l'accantonamento di 130 milioni di euro sulla parte corrente costituirà un tesoretto da poter utilizzare nel 2026 per interventi in conto capitale, è altrettanto vero che, pur non essendo tecnicamente un taglio, si tratta di una cifra secondo l'Anpci "significativa che imporrà sacrifici notevoli che si concretizzeranno in un contesto difficile con ricadute sui cittadini". L'Anpci inoltre apprezza ("anche se si poteva osare di più") l'incremento di 56 milioni di euro sul Fondo di solidarietà comunale che ridurrà l'effetto finanziario della perequazione e l'esclusione dei comuni con meno di 20 dipendenti dalla riduzione al 75% del turnover. Ma il taglio dei fondi per gli investimenti è secondo l'Anpci "inaccettabile e fortemente penalizzante" perché finirebbe per azzerare quasi completamente i contributi destinati ai comuni fino a 1.000 abitanti dall'articolo 30, comma 14-bis, del decreto-legge n. 34 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 58 del 2019. "La previsione contenuta nel disegno di legge depaupera una delle principali linee di intervento con cui si è avviato il sostegno degli investimenti locali nei territori dei piccoli comuni. Questi investimenti contribuiscono ad una crescita diffusa e sostenibile e sono imprescindibili per mantenere una qualità della vita soddisfacente in territori a forte rischio di spopolamento", ha concluso Biglio.
GIACOMO ANTONELLI