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30/10/2024 - La Stampa (ed. Alessandria)
Amag vende Reti Gas per fare cassa ma il clima alla multiutility resta teso

piero bottino alessandria Cgil, Cisl e Uil speravano in risposte concrete, dopo mesi di «avanti e indietro» sul futuro dell'azienda; le opposizioni contavano in una sponda sindacale negli attacchi sulla gestione; gli amministratori aziendali e comunali su un rasserenamento del clima. Nessuno ha ottenuto quello che voleva nella commissione sull'Amag, andata in scena ieri. Se non altro, però, l'amministratore delegato Emanuele Rava ha ufficializzato alcune linee guida. Ad esempio ha confermato che Amag Ambiente va alla gara a doppio oggetto («il capitolato è pronto, ora si lavora su statuto e patti parasociali: il 50% resta a noi, l'1% al Comune, il 49% andrà al partner che garantirà soldi per gli investimenti») e non si pensa più per ora alla fusione con Aral («in questo momento non è percorribile» ha sottolineato l'assessore Giorgio Laguzzi). Reti Gas, altra società del gruppo, sarà venduta: «I mancati investimenti condizionano le tariffe stabilite da Arera - ha aggiunto Rava - e consideriamo poi che dal 2026 la stessa Arera ha deciso di rivalutarle solo del 60% sul capitale investito. Insomma l'azienda si mangerà la cassa». Anche in questo caso si pensa a una gara a doppio oggetto. «Con le risorse che scaturiranno l'idea è aiutare sia Amag Ambiente, sia Reti Idriche, visto che per il mancato affidamento a un unico gestore dell'acqua da parte d'Egato (ci sono anche Gestione Acqua di Novi e Comuni riuniti di Belforte; ndr) il ministero ci ha bloccato i fondi Pnrr, fra l'altro a lavori già iniziati. Cosa che a fine anno ci costerà ulteriori 7 milioni». «La legge sul gestore unico c'è da 30 anni - hanno sottolineato i sindacalisti - la scoprite soltanto adesso perché vi tagliano i fondi?». Ma se si privatizza tutto, che fine fa la capogruppo che oggi impiega 61 dipendenti? «I soldi della cessione delle reti gas possono servire - ha replicato Rava - a sviluppare il campo delle energie alternative, ad esempio con le Comunità energetiche di energia rinnovabile a cui il Comune è interessato». Da qui una delle obiezioni dei sindacati: «In azienda non ci sono le competenze in questo settore, manca un piano industriale chiaro: basta essere presi in giro, lo sciopero di un mese fa è stato solo l'inizio». Anche i consiglieri di opposizione (Locci, Roggero, Sfienti, Demarte) hanno insistito sulla scarsa chiarezza: dalla vicenda dell'affidamento «frazionato» dell'esposizione cassonetti a una coop per non fare la gara, fino alla questione dei consulenti «della stessa famiglia, che mantengono in azienda atteggiamenti padronali». Per la maggioranza Rita Rossa ha sottolineato come sia necessario in azienda «un clima sereno» e che quindi le consulenze debbano «essere definite con ruoli precisi: è il dirigente che ci mette la firma, si sgombri il campo da situazioni poco chiare». - © RIPRODUZIONE RISERVATA emanuele locci consigliere comunale di opposizione Tra la vicenda della coop sui cassonetti dei rifiuti e il caso consulenze, in Amag manca trasparenza Con le risorse che scaturiranno dalla vendita di Reti Gas sosterremo Reti Idriche e Ambiente emanuele rava amministratore gruppo amag La sede di Amag, la multiutility ormai da mesi nel mirino per malumori dei dipendenti, consulenze discusse e ricerca di risorse il caso Cgil, Cisl e Uil: "Manca un piano industriale chiaro, lo sciopero è stato solo l'inizio".

PIERO BOTTINO