01/08/2024 - La Sicilia
In Sicilia serve una "Banca dell'Acqua" per liberarsi dai "pirati"
Mario Di Mauro *Estate 2024. Mentre dal set di Sicily Park va in scena la centesima replica dello spettacolo "La Sete" (ci mancava il "New York Times"...), nelle nebbie-alibi della "siccità naturale" accade che le dighe sono insabbiate, i pochi dissalatori risultano arrugginiti e il 60% delle abbondanti acque della Piana di Catania si perde in una rete idrica colabrodo: vecchia di 60 anni. Al resto ci pensano le "multinazionali": l'acqua mercificata è solo asset, utility, commodity. E non se ne parla.Nei secoli dei secoli la terra siciliana è sempre stata dominata da chi ne controllava le acque. Quanto alla "desertificazione" nell'Isola l'acqua non manca: e lo ripetiamo da 40 anni. Al di là dei mutamenti del regime pluviometrico, e piuttosto con più ragioni, il "disordine idraulico" - come tutte le altre criticità - non potrà essere superato senza una visione di Sicilia chiara e organica, scientifica che spazzi via i "pirati" del patrimonio idrico (fosse solo mafia dei pozzari!) insieme alla Regione colpevole anche in questo ambito.Tempo scaduto: per dirne una, ma non a caso, gli attuali Consorzi di bonifica - enti pubblici di diritto privato, commissariati dalla Regione fallita - sono implosi e vegetano nell'impotenza da 30 anni. Le reti idriche sono fatiscenti, un colabrodo. Ma non servono rattoppi: la rete va ripensata con criteri, mappe e tecniche 4.0. I soldi, se si vuole, si trovano: altro che Ponte dei miracoli! Ma questa Regione non ci deve mettere mano: è la centrale del caos, prigioniera dell'irriformabile sistema IBOS: Inefficienza Burocratica Organizzata Scientificamente. Serve, piuttosto, una "Banca dell'Acqua"!E poi il "ciclo delle acque". Il rapporto europeo sulla Blue Economy è chiaro: diverse aree dell'Ue sono a rischio di carestia idrica: civile, irrigua, industriale. E ritornano in primo piano - anche in Sicily Park - i dissalatori e i depuratori. Sorvoliamo sulla mitologia israeliana: l'avanguardia tecnologica e impiantistica nel ciclo delle acque parla cinese, seguita dagli Usa. E non è un caso. In grande espansione, su scala globale (90%) è la tecnologia del dissalatore a osmosi inversa: la più ecosostenibile, che nei piani integrati è sviluppata insieme a innovativi impianti di riciclo dell'acqua. La forza motrice del ciclo è attivata sempre più dalle Res ("Risorse Energetiche Rinnovabili"). Nel mondo esistono attualmente oltre 20mila impianti di dissalazione, circa 2.400 in Ue: soprattutto in Spagna (ma prevalgono le piccole dimensioni). Nel caso siciliano occorre alzare uno sguardo sul mondo: da Melbourne alla Cina agli Emirati del Golfo. L'arcipelago siciliano "galleggia" sull'acqua: vi si possono produrre milioni m3/giorno.E' un altro campo di battaglia: che non può essere affrontato né dalla Regione fallita, né dalle organizzazioni agricole prigioniere di AgroFarma e di modelli produttivi obsoleti, né, tantomeno, dai masanielli del "forconismo". Serve una "Banca dell'Acqua" che faccia chiarezza anche sulle idrovore industriali - dalla petrolchimica al digitale - e su un paesaggio agrario da rifondare.* Fondatore della comunità TerraeLiberAzione.