29/11/2024 - Il Gazzettino
Acqua, energia e rifiuti: serve più consapevolezza
Come cercare un equilibrio tra necessità energetiche ed esigenze ambientali. Questo il focus del quarto panel d'interventi dell'evento del Gazzettino, moderato dal direttore Roberto Papetti che ha definito la Golden Goose Haus «non un'azienda, ma una manifattura, un concentrato di idee, di creatività e artigianalità». A prendere la parola sono stati Cristian Fabbri, presidente esecutivo del Gruppo Hera, Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, la multiservizi del Comune di Venezia, e Alfredo Balena, direttore delle relazioni esterne di Adriatic Lng. Parlando di progetti strategici sulla sostenibilità e sull'innovazione energetica, Fabbri ha spiegato che «il Gruppo Hera è un'aggregazione di società locali che si occupano di forniture di acqua, gas, luce. Un cittadino su quattro in Veneto riceve un nostro servizio. Siamo quotati in borsa, abbiamo 15 milioni di fatturato. Sperimentiamo l'importanza di fare economie di squadra, ma mantenendo l'attitudine a essere azienda della porta accanto. Abbiamo previsto 400 milioni di investimenti, abbiamo un raggio d'azione ampio, per esempio recuperiamo e trasformiamo la plastica. La sostenibilità è un asse portante e nel contempo un elemento motivante in azienda dove siamo chiamati a creare valore con ricadute positive sul territorio: e cioè ricchezza che si autoalimenta in un circuito virtuoso». IL CASO VENEZIA Razzini ha parlato del caso Venezia, dove i flussi turistici sono molto sostenuti e tengono vivo il dibattito su possibili provvedimenti di limitazione e contingentamento. «Su come mettere assieme l'accoglienza e la gestione efficace dei rifiuti, la risposta non è mica facile ha affermato . In Veneto ci sono 100 milioni di turisti stranieri e altri 75 in più sono italiani: chiunque possa permettersi un viaggio, mette in preventivo di venire a Venezia. Noi in questi anni abbiamo lavorato in controtendenza senza esternalizzazioni. Abbiamo 3mila persone che lavorano per acqua e rifiuti, sono una grande ricchezza per la nostra comunità, magari poco riconosciuta da alcuni cittadini. Svolgono ogni giorno un servizio immateriale enorme che però è altrettanto fondamentale come le infrastrutture». Balena ha ricordato che «il 15% del gas portato in Italia passa attraverso la nostra rete, siamo terzi in Italia. L'obbiettivo è la decarbonizzazione. Abbiamo tre terminali di rigassificazione, il prossimo sarà a Ravenna entro il primo semestre dell'anno prossimo. Il gas è la risorsa che ci porterà alla transizione energetica. Per Porto Marghera studiamo la possibilità di un tubo che passi su petrolchimico, vada a Ferrara e poi al largo di Ravenna per lo stoccaggio». Al secondo giro di domande, Fabbri ha sottolineato come «da anni lavoriamo sulla riduzione dei consumi: abbiamo 4 milioni 700 mila forniture, puntiamo ad accompagnare gli utenti all'energia verde, al fotovoltaico, agli impianti di illuminazione a led. Un dato importante: abbiamo ristrutturato 1.400 condomini, coinvolgendo migliaia di famiglie che hanno potuto testare un risparmio energetico di un terzo rispetto a prima». Razzini si è soffermato sull'approvvigionamento dell'acqua in tempi di siccità. «Servono tanti investimenti sulle reti ha osservato . Noi europei siamo tra i primi consumatori di acqua sia del rubinetto che minerale. L'acqua è come l'amore: te ne rendi davvero conto solo quando non ce l'hai. C'è qualcosa che non funziona, dobbiamo renderci conto che è possibile che questa risorsa in futuro venga meno. Per rinnovare le reti non avremo più 100 anni di tempo davanti né le risorse del passato. Dovremo per forza tassarci: non più una questione di "se" ma di "quanto". Certamente non potremo più avere le tariffe più basse del mondo, dobbiamo educarci a usare meno acqua lasciando da parte l'utilizzo smodato, serve un uso più responsabile». Da ultimo, Balena ha riportato l'attenzione su come la situazione geopolitica mondiale e soprattutto la guerra tra Russia e Ucraina impattino sula fornitura di gas nel nostro Paese e dunque sulla vita di tutti i giorni delle persone. «Il problema delle infrastrutture per portare il gas è emerso in tutta evidenza con il conflitto russo ucraino. Avevamo cinque gasdotti e due rigassificatori: subito ci siamo resi conto che non sono sufficienti alle nostre necessità. Importiamo qualcosa come 60 miliardi di metri cubi di gas, oltre il 38% dell'energia che portiamo in Italia, più di un terzo abbondante. Subito il governo ha dato mandato a Snam per realizzare i rigassificatori a Livorno e a Ravenna. È un problema europeo rilevante. Oggi come oggi siamo estremamente dipendenti dall'Algeria. Dobbiamo interrogarci sul tema dell'autosufficienza. E fare una programmazione che diventi adeguata». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA.