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30/10/2024 - La Nuova Sardegna
L'idea della Regione «Una multiutility che garantisca energia pulita a prezzi equi»

Il sito "Sardegna Energia" della Regione ha come ultima notizia un progetto secondario di tre anni fa. Da allora qualcosa è cambiato, ma nel portale dedicato della Regione non ce ne è traccia. La parola "energia" compariva nelle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Christian Solinas, pronunciate in Consiglio l'8 maggio di cinque anni fa solo in un punto: quando il presidente di allora si dichiarava favorevole alle rinnovabili, ma «nei luoghi deputati e secondo regole ben precise» per evitare il «pericolo che viene da un incontrollato incremento dell'eolico e del solare». Dal 2019 la Regione ha comunque assunto tante decisioni sul tema dell'energia, che agli occhi degli osservatori, peccavano, tra le altre cose, dell'assenza di una visione e di una progetto compiuto. Alessandra Todde sta cercando di cambiare prospettiva al dossier. Sul come, possono essere d'aiuto sia il programma elettorale che le stesse dichiarazioni programmatiche. In entrambe torna ripetutamente l'espressione "società energetica sarda", che viene declinata, secondo la presidente «nella forma di una multiutility, che coordinerà la transizione, assicurando energia pulita e prezzi equi, con un focus sull'inclusività e sui benefici per la comunità. Sarà necessario gestire i flussi di potenza per stabilizzare il sistema elettrico, promuovendo l'autoconsumo e sviluppando infrastrutture e politiche industriali compatibili con l'aumento delle rinnovabili». L'obiettivo della Regione non è certo innovativo. Da anni sono presenti nel paese diverse società energetiche regionali, distribuite in tutte le aree, in Regioni a Statuto speciale e in altre ordinarie. Alcune hanno una missione più amministrativa e di coordinamento di iniziative regionali e locali: dai controlli al supporto tecnico-amministrativo e giuridico per i privati, al sostegno, anche qui a più voci, delle Comunità Energetiche. Altre hanno una funzione più industriale, come il Gruppo Dolomiti Energia, che chiaramente riceve l'energia elettrica dai sistemi idroelettrici. Un gruppo governato dagli enti locali con 1 miliardo di patrimonio, 2,3 di ricavi e 170 milioni di utile dichiarato, che opera come una normale società di produzione e commercializzazione dell'energia. Dall'altro capo della Penisola, in Basilicata la Sel, la società elettrica lucana, che funziona sia da centrale di committenza per acquisto di energia e gas, che da soggetto di promozione e raccordo degli interventi su reti e impianti. Ma soprattutto Sel è famosa (e presa erroneamente a esempio nella scorsa legislatura come modello) perché gestisce il bonus gas. Si tratta di un contributo che vale solo per le utenze domestiche e le prime case che abbatte della metà il costo della bolletta del metano. Tutto ciò avviene perché la Regione ha tratto con le società che hanno in corso concessioni petrolifere per delle compensazioni "ambientali": in pratica del gas che le multinazionali Eni e Total mettono a disposizione gratis (200 milioni di metri cubi) sino al 2029. Tutto ciò è previsto da una legge regionale che ha superato controlli e verifiche anche di Arera (l'agenzia di regolazione energia, reti e ambiente) e che si poteva applicare perché esistevano delle concessioni minerarie. Nel caso sardo le autorizzazioni agli impianti di produzione di energia, rinnovabili o meno, non consentono questa procedura. In mezzo a Trentino e Basilicata, tutte le altre regioni, dalla Liguria, con il consorzio Energia Liguria, che ha anche funzioni di programmazione e controllo, al coa valdostano, con funzioni più di programmazione, ad Aria Lombardia, che opera in quattro campi: acquisti, innovazione, infrastrutture ed energia, anche qui con certificazione e pianificazione per le Cer. Sul fronte dell'efficienza energetica e dei rifiuti opera invece prevalentemente la società in house della Toscana. In Abruzzo invece è nata da pochi mesi Arap energia, che produce e distribuisce l'energia verde prodotta nel suo territorio. È una società mista pubblico-privati, che ha come mission quella di servire le attività di impresa. In Calabria è nata da poco Arec, che non produce ma è presente in tutti gli altri settori, dalla promozione alla gestione della domanda, al supporto economico e progettuale per gli impianti. Chi è partito da tempo è invece la Puglia che dal 2004 ha Arti, società regionale che segue soprattutto la filiera delle rinnovabili e l'efficienza energetica, con interventi di promozione, scelta e guida di processi e iniziative per le imprese. Competenze diverse, dimensioni articolate, ma ormai quai tutte le Regioni, alcune anche da poco tempo, altre da decenni, hanno la loro agenzia dedicata al tema dell'Energia. La Sardegna rischia di arrivare buona ultima, in uno scenario di regole, tecnologie e competenze in continuo cambiamento. (gcen) © RIPRODUZIONE RISERVATA.